lapide - Saralvo Levi Adriana

http://dati.emilia-romagna.it/id/ibc/IT-ER-LC-00082/HistoricOrArtisticProperty/50892 entità di tipo: HistoricOrArtisticProperty

L'urna con fiamma è un simbolo che rappresenta il dolore e la mestizia del lutto; è legato alla cultura artistica del tempo e non è espressione esclusiva della legge ebraica, difatti ricorre anche nel vicino cimitero della Certosa. Come si evince dall'iscrizione, la defunta morì prima del marito e della figlia, che furono vittime della deportazione: Rino Saralvo, nato a Ferrara il 7 gennaio 1889 da Cesare Saralvo e Regina Jesi (scheda n.29), venne arrestato a Ferrara il 5 febbraio 1944, detenuto prima in carcere, poi in sinagoga, condotto a Fossoli, infine deportato ad Auschwitz il 22 febbraio 1944, ove morì in data ignota; sorte analoga subì Cesarina Saralvo, nata a Ferrara il 12 dicembre 1920, arrestata a Ferrara il 5 febbraio 1944, detenuta prima in sinagoga, poi a Fossoli, infine deportata ad Auschwitz il 22 febbraio 1944, ove morì in data ignota. Levi è un nome di antichissima origine ebraica, così era infatti chiamata una delle dodici tribù d'Israele, quella di Mosè e Aronne. I Saralvo sono discendenti dell'ultima famiglia di ebrei di antica origine iberica autorizzati ad utilizzare il piccolo cimitero sefardita di via Arianuova, ove l'ultima sepoltura, quella di Yosef Saralvo, avvenne nel 1879.
lapide - Saralvo Levi Adriana 
1944-1945 ? 
lapide 
pietra calcarea/ incisione 
bibliografia di confronto:  Il cimitero sefardita di via Arianuova : immagini e documenti, Ferrara, 2003 
bibliografia di confronto: Luzzato A., La comunità ebraica di Venezia e il suo antico cimitero, Milano, 2000, v. I / II, p. 343 
bibliografia di confronto: Picciotto L., Il libro della memoria. Gli ebrei deportati dell'Italia (1943-1945), Milano, 2002, p. 558 
Lapide aggettante ai lati nella parte inferiore con coronamento curvilineo la cui forma, alquanto irregolare, segue il profilo dell'incisione presente in sommità. Decorazione: al centro del coronamento, incisione raffigurante un'urna che poggia su due piedini a forma di fiore e da cui fuoriesce una fiamma, che traccia anche il profilo della sommità della lapide. La lapide fa parte di un gruppo di tre lapidi semplici verticali (tra cui la scheda n.29) racchiuse da sei paletti lapidei che originariamente reggevano una recinzione metallica; la prima di queste lapidi (non schedata) si presenta spezzata in più parti, ora seminterrate, ad eccezione della porzione rimasta in sede. 
L'urna con fiamma è un simbolo che rappresenta il dolore e la mestizia del lutto; è legato alla cultura artistica del tempo e non è espressione esclusiva della legge ebraica, difatti ricorre anche nel vicino cimitero della Certosa. Come si evince dall'iscrizione, la defunta morì prima del marito e della figlia, che furono vittime della deportazione: Rino Saralvo, nato a Ferrara il 7 gennaio 1889 da Cesare Saralvo e Regina Jesi (scheda n.29), venne arrestato a Ferrara il 5 febbraio 1944, detenuto prima in carcere, poi in sinagoga, condotto a Fossoli, infine deportato ad Auschwitz il 22 febbraio 1944, ove morì in data ignota; sorte analoga subì Cesarina Saralvo, nata a Ferrara il 12 dicembre 1920, arrestata a Ferrara il 5 febbraio 1944, detenuta prima in sinagoga, poi a Fossoli, infine deportata ad Auschwitz il 22 febbraio 1944, ove morì in data ignota. Levi è un nome di antichissima origine ebraica, così era infatti chiamata una delle dodici tribù d'Israele, quella di Mosè e Aronne. I Saralvo sono discendenti dell'ultima famiglia di ebrei di antica origine iberica autorizzati ad utilizzare il piccolo cimitero sefardita di via Arianuova, ove l'ultima sepoltura, quella di Yosef Saralvo, avvenne nel 1879. 

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