innesto e pesca; segno zodiacale dell'ariete; paesaggi; marine (pannello decorativo), Chini Tito (1937-1938)
http://dati.emilia-romagna.it/id/ibc/IT-ER-LC-00016/HistoricOrArtisticProperty/59131 entità di tipo: MovableCulturalProperty
Alle Terme di Castrocaro sono conservate 13 opere autografe di Titi Chini: i due pannelli raffiguranti l'Isola della Felicità, conservati nel salone d'ingresso dello Stabilimento dei Bagni, i dieci pannelli ispirati ai mesi, realizzati per i palchi del teatro del Padiglione delle feste e ora, dopo il restauro del 2002, conservati nei painerottoli dello scalone del Grand Hotel e un piccolo pannello ora collocato nel bar del Grand Hotel.
Le tredici opere, omogenee tra di loro, utilizzano tecniche e materiali simili: gesso e polvere di legno legate con la colla per dare spessori diversi e lacche argentate che realizzano preziosi e inediti effetti luministici. Le ricche suggestioni orientali derivano dalla fertile collaborazione con un allievo giapponese, Koichi Sato, incontrato nel 1925.
innesto e pesca; segno zodiacale dell'ariete; paesaggi; marine (pannello decorativo), Chini Tito (1937-1938)
innesto e pesca; segno zodiacale dell'ariete; paesaggi; marine
1937-1938
pannello decorativo
Chini Tito (1898 -1947)
legno
stucco
colla
lacca
pigmenti
bibliografia di confronto: Gori M./ Tramonti U., Castrocaro città delle acque, Fusignano, Grafiche Morandi, 2002
Figura centrale a monocromo raffigurante un contadino che sta eseguendo un innesto e un secondo contadino che pesca. In alto, entro uno spicchio di sole raggiato, il segno dell'ariete. Nelle due fasce laterali paesaggi marini, fondi marini, vedute, cieli, uccelli, divinità e mongolfiere in volo a marcati effetti cromatici (verde, giallo, azzurro, bruno dorato).
Alle Terme di Castrocaro sono conservate 13 opere autografe di Titi Chini: i due pannelli raffiguranti l'Isola della Felicità, conservati nel salone d'ingresso dello Stabilimento dei Bagni, i dieci pannelli ispirati ai mesi, realizzati per i palchi del teatro del Padiglione delle feste e ora, dopo il restauro del 2002, conservati nei painerottoli dello scalone del Grand Hotel e un piccolo pannello ora collocato nel bar del Grand Hotel.
Le tredici opere, omogenee tra di loro, utilizzano tecniche e materiali simili: gesso e polvere di legno legate con la colla per dare spessori diversi e lacche argentate che realizzano preziosi e inediti effetti luministici. Le ricche suggestioni orientali derivano dalla fertile collaborazione con un allievo giapponese, Koichi Sato, incontrato nel 1925.