monumento funebre, Franceschi Alessandro (1821-1976)

http://dati.emilia-romagna.it/id/ibc/IT-ER-LC-00002/HistoricOrArtisticProperty/71002 entità di tipo: MovableCulturalProperty

Il monumento fu al centro di una disputa tra lo scultore Alessandro Franceschi e la "Commissione straordinaria per l'esame dei monumenti" che giudicò negativamente non tanto il disegno quanto l'esecuzione del progetto da parte dell'artista. Motivo del contrasto era stata la decisione, presa nel 1818 dal Franceschi, di compiere un viaggio a Roma in assoluta autonomia, senza il beneplacito o l'appoggio dell'Accademia. Durante il soggiorno romano lo scultore aveva avuto modo di avvicinarsi direttamente all'antico e, soprattutto, a Canova. Echi di queste trasformazioni stilistiche si colgono nel sepolcro Zambeccari, realizzato nel 1821.
monumento funebre, Franceschi Alessandro (1821-1976) 
1821-1976 
monumento funebre 
Franceschi Alessandro (1789 -1834) 
bronzo  
ferro/ battitura 
marmo bianco  
marmo grigio  
bibliografia specifica: Le meraviglie di Bologna La Certosa di Bologna, Bologna, Santarini, 1993, V. VI, p. 90 
bibliografia specifica: Ricci C./ Zucchini G., Guida di Bologna nuova edizione illustrata, Bologna, Zanichelli, 1968, p. 185 
bibliografia specifica: La Certosa di Bologna immortalità della memoria, Bologna, Compositori, 1998, pp. 202, 204 
Monumento sepolcrale costituito da un'arcata rivestita interamente in marmo la cui volta è decorata con finti cassettoni e motivi floreali. Sotto l'arcata è collocato un alto cippo poggiante su basamento. Al centro è rappresentato un portone chiuso ed ai lati due figure allegoriche femminili ad altorilievo, simboleggianti rispettivamente la Speranza (donna con un'ancora) e la Carità (donna un bambino ai piedi e un altro attaccato al seno). Sopra l'architrave un'incisione a lettere riportate in bronzo forma la scritta "IN PACE QVIESCANT". La parte superiore del monumento è formata da una piccola cornice decorata ad ovoli sopra cui sorge la cimasa. Quest'ultima presenta decorazioni angolari a teste umane e al centro il bassorilievo dello stemma gentilizio su un trionfo di armi e motivi vegetali. Le pareti laterali interne dell'arcata sono occupate da due enormi lapidi. Una terza lapide è posta a terra, davanti al monumento. L'arcata è chiusa da una cancellata in ferro battuto con motivi a gigli e croci. 
Il monumento fu al centro di una disputa tra lo scultore Alessandro Franceschi e la "Commissione straordinaria per l'esame dei monumenti" che giudicò negativamente non tanto il disegno quanto l'esecuzione del progetto da parte dell'artista. Motivo del contrasto era stata la decisione, presa nel 1818 dal Franceschi, di compiere un viaggio a Roma in assoluta autonomia, senza il beneplacito o l'appoggio dell'Accademia. Durante il soggiorno romano lo scultore aveva avuto modo di avvicinarsi direttamente all'antico e, soprattutto, a Canova. Echi di queste trasformazioni stilistiche si colgono nel sepolcro Zambeccari, realizzato nel 1821. 

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