Casa a torre nel PEEP Paradigna (Parma)

http://dati.emilia-romagna.it/id/ibc/ArchitecturalOrLandscapeHeritage/151961 entità di tipo: ArchitecturalOrLandscapeHeritage

progetto e costruzione - Il complesso, situato in un lotto ben visibile da chi arrivi in città, è destinato ad alloggi Iacp, rivolti in parte a un’utenza di residenti anziani. La progettazione degli alloggi tiene conto di questo particolare aspetto, senza, tuttavia, impedire la presenza di alloggi più tradizionali, che, anzi, convivono felicemente nello stesso blocco edilizio, in un’ibridazione tipologica tra casa a schiera e casa a torre. La pianta si compone di quattro alloggi dalla pianta quasi quadrata, serviti da un vano scala. Il modulo del quadrato regola la suddivisione dei cinquantotto appartamenti. La regolarità del volume così determinata, è rotta solo dalla presenza degli aggetti di alcuni balconi ai piani inferiori dalla forma poligonale, in contrapposizione con le aperture a raso muro, delle logge ai piani superiori. L’edificio si caratterizza per l’uso del mattone, utilizzato, qui, come forte richiamo alla tradizione costruttiva del luogo. Al fronte regolarmente bucato da logge, si contrappone quello del vano scala, in cui le rampe sono estratte dal volume costituendo un corpo autonomo, accentuato dalla colorazione scura, che consente anche di non computare quelle rampe nel calcolo delle superficie, espediente, questo, che rivela il debito dell’autore nei confronti dell’opera di Franco Albini, suo maestro. (Matteo Sintini) L’edificio IACP realizza una costruzione compatta, alta e chiusa nel laterizio dei bastioni dalla fronte cieca, solcati da una scala a sbalzo dal volume inciso ove si compie, nel margine del sistema città-campagna, il comporre simbolico della grande porta di accesso ove esaltare quel rapporto, esterno-interno della città, invocato dal piano volumetrico particolareggiato, già tracciato, sulla carta, da aspirazioni progettuali sempre non condivise. Il sistema progettato, con grandi corti e case alte, viene subito inglobato, in corso d’opera, dal formicolio di urbanizzazioni periferiche preoccupanti, commiste a capannoni allineati su viabilità impazzite. Un portale mancato dunque, una figura retorica prescelta in una scena che non ritrova più la logica connessione prevista con gli edifici circostanti. Questi scardinano il piano di iniziativa pubblica, ben oltre il profilo dell’asse stradale. (un tempo non lontano, costeggiata dai platani che univano la città capitale del Ducato con la Reggia di Colorno). (Aurelio Cortesi)
Casa a torre nel PEEP Paradigna (Parma) 
1986-1992 
Calestani G.P. (progetto) 
Castagneti C. (progetto) 
Cortesi Aurelio (progetto) 
Croce U. (progetto) 
progetto e costruzione - Il complesso, situato in un lotto ben visibile da chi arrivi in città, è destinato ad alloggi Iacp, rivolti in parte a un’utenza di residenti anziani. La progettazione degli alloggi tiene conto di questo particolare aspetto, senza, tuttavia, impedire la presenza di alloggi più tradizionali, che, anzi, convivono felicemente nello stesso blocco edilizio, in un’ibridazione tipologica tra casa a schiera e casa a torre. La pianta si compone di quattro alloggi dalla pianta quasi quadrata, serviti da un vano scala. Il modulo del quadrato regola la suddivisione dei cinquantotto appartamenti. La regolarità del volume così determinata, è rotta solo dalla presenza degli aggetti di alcuni balconi ai piani inferiori dalla forma poligonale, in contrapposizione con le aperture a raso muro, delle logge ai piani superiori. L’edificio si caratterizza per l’uso del mattone, utilizzato, qui, come forte richiamo alla tradizione costruttiva del luogo. Al fronte regolarmente bucato da logge, si contrappone quello del vano scala, in cui le rampe sono estratte dal volume costituendo un corpo autonomo, accentuato dalla colorazione scura, che consente anche di non computare quelle rampe nel calcolo delle superficie, espediente, questo, che rivela il debito dell’autore nei confronti dell’opera di Franco Albini, suo maestro. (Matteo Sintini) L’edificio IACP realizza una costruzione compatta, alta e chiusa nel laterizio dei bastioni dalla fronte cieca, solcati da una scala a sbalzo dal volume inciso ove si compie, nel margine del sistema città-campagna, il comporre simbolico della grande porta di accesso ove esaltare quel rapporto, esterno-interno della città, invocato dal piano volumetrico particolareggiato, già tracciato, sulla carta, da aspirazioni progettuali sempre non condivise. Il sistema progettato, con grandi corti e case alte, viene subito inglobato, in corso d’opera, dal formicolio di urbanizzazioni periferiche preoccupanti, commiste a capannoni allineati su viabilità impazzite. Un portale mancato dunque, una figura retorica prescelta in una scena che non ritrova più la logica connessione prevista con gli edifici circostanti. Questi scardinano il piano di iniziativa pubblica, ben oltre il profilo dell’asse stradale. (un tempo non lontano, costeggiata dai platani che univano la città capitale del Ducato con la Reggia di Colorno). (Aurelio Cortesi) 

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