Centro direzionale '70 (Modena)

http://dati.emilia-romagna.it/id/ibc/ArchitecturalOrLandscapeHeritage/151820 entità di tipo: ArchitecturalOrLandscapeHeritage

progetto e costruzione - L’edificio si presenta come uno dei più significativi interventi realizzati a seguito delle politiche urbane ispirate dal piano regolatore del 1958 e dei successivi. Lo strumento urbanistico recepisce temi caratterizzanti il dibattito architettonico e urbanistico del periodo, indirizzato alla creazione di centri direzionali fuori dai centri storici e che produce alcune note realizzazioni come il fiera district di Bologna e di Napoli, entrambi affidati alla metà degli anni ’60 all’architetto giapponese Kenzo Tange e realizzati più tardi. Il complesso Direzionale ’70 si compone di tre edifici, ciascuno caratterizzato da una piastra di tre piani con servizi commerciali, orientata parallelamente alla strada. Il primo, più piccolo e posizionato maggiormente a ridosso della via Giardini, si trova in posizione centrale rispetto ai due principali più arretrati posti a nord e a sud. Su ciascuna piastra sono impostate coppie di torri destinate ad uffici, dal profilo a vela realizzato in curtain wall in acciaio e vetro, di largo uso in quegli anni , che rappresenta un’immagine ormai consolidata e rappresentativa di questa parte di città. Esso trova quindi una forte relazione urbana con il tracciato della via Giardini e della tangenziale sud, grazie alla disposizione dei corpi di fabbrica, agli spazi aperti che si creano tra questi, producendo spazi per i parcheggi e per i percorsi di risalita ai piani superiori a creare un sistema fluido ed efficiente di percorsi, tema centrale nella definizione di organismi architettonici multifunzionali.
Centro direzionale '70 (Modena) 
1968-1968 
Corradi Roberto (progetto) 
Lipparini Franco (progetto) 
Lugli Tiziano (progetto) 
progetto e costruzione - L’edificio si presenta come uno dei più significativi interventi realizzati a seguito delle politiche urbane ispirate dal piano regolatore del 1958 e dei successivi. Lo strumento urbanistico recepisce temi caratterizzanti il dibattito architettonico e urbanistico del periodo, indirizzato alla creazione di centri direzionali fuori dai centri storici e che produce alcune note realizzazioni come il fiera district di Bologna e di Napoli, entrambi affidati alla metà degli anni ’60 all’architetto giapponese Kenzo Tange e realizzati più tardi. Il complesso Direzionale ’70 si compone di tre edifici, ciascuno caratterizzato da una piastra di tre piani con servizi commerciali, orientata parallelamente alla strada. Il primo, più piccolo e posizionato maggiormente a ridosso della via Giardini, si trova in posizione centrale rispetto ai due principali più arretrati posti a nord e a sud. Su ciascuna piastra sono impostate coppie di torri destinate ad uffici, dal profilo a vela realizzato in curtain wall in acciaio e vetro, di largo uso in quegli anni , che rappresenta un’immagine ormai consolidata e rappresentativa di questa parte di città. Esso trova quindi una forte relazione urbana con il tracciato della via Giardini e della tangenziale sud, grazie alla disposizione dei corpi di fabbrica, agli spazi aperti che si creano tra questi, producendo spazi per i parcheggi e per i percorsi di risalita ai piani superiori a creare un sistema fluido ed efficiente di percorsi, tema centrale nella definizione di organismi architettonici multifunzionali.  

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