Casa d'abitazione Manzotti (Bologna)

http://dati.emilia-romagna.it/id/ibc/ArchitecturalOrLandscapeHeritage/151472 entità di tipo: ArchitecturalOrLandscapeHeritage

progetto e costruzione - Casa Manzotti è il primo progetto che Vaccaro realizza subito dopo la fine della guerra, in collaborazione con l’ingegnere Bruno Parolini, con il quale lavora fino al 1950 realizzando i municipi di Cotignola e Alfonsine. Il tema dell’inserimento in un sito fortemente caratterizzato dalla presenza della città storica, fa sì che l’edificio si connoti per un certo tono monumentale, già messo a punto negli edifici pubblici degli anni precedenti e qui regolato dall’acquisita maturità. L’edificio punta all’integrazione del nuovo con il tessuto antico e la contestualizzazione “ambientale” degli edifici moderni, tema ricorrente della ricostruzione in Italia, i cui differenti esiti, possono essere confrontati, a Bologna, ad esempio con il successivo edificio di Saverio Muratori in via dei Mille. La residenza si configura come un blocco dalla forma ben riconoscibile, che affronta la vicinanza della cinta muraria e della contigua porta attraverso il “volume”, dominato dal pieno sul vuoto, il rivestimento in laterizio delle pareti, che permette di proseguire senza cesure la continuità materica delle preesistenze storiche e altre mirate scelte progettuali: come il mantenimento dell’altezza sul fronte strada degli edifici di piazza Malpighi e l’arretramento del volume all’ultimo piano che non compromette la visione d’insieme della piazza stessa. Il prospetto principale si caratterizza per la regolarità della partitura che regola le bucature, disequilibrata dall’aumento di dimensioni delle porte finestre sul lato verso la porta. Analogo lavoro sulla massa, sul rapporto pieno e vuoto e sulla continuità materica, si riscontra nello stesso periodo anche in altre opere dell’autore come ad esempio la chiesa di San Giovanni Bosco. La pianta rettangolare, che approssima il quadrato, permette un’organizzazione razionale degli spazi interni adattandoli alle necessità dei committenti, tanto dal punto di vista della rappresentanza, quanto del confort e della comodità della distribuzione e della superficie degli ambienti.
Casa d'abitazione Manzotti (Bologna) 
1945-1946 
Parolini Bruno (progetto) 
Vaccaro Giuseppe (progetto) 
progetto e costruzione - Casa Manzotti è il primo progetto che Vaccaro realizza subito dopo la fine della guerra, in collaborazione con l’ingegnere Bruno Parolini, con il quale lavora fino al 1950 realizzando i municipi di Cotignola e Alfonsine. Il tema dell’inserimento in un sito fortemente caratterizzato dalla presenza della città storica, fa sì che l’edificio si connoti per un certo tono monumentale, già messo a punto negli edifici pubblici degli anni precedenti e qui regolato dall’acquisita maturità. L’edificio punta all’integrazione del nuovo con il tessuto antico e la contestualizzazione “ambientale” degli edifici moderni, tema ricorrente della ricostruzione in Italia, i cui differenti esiti, possono essere confrontati, a Bologna, ad esempio con il successivo edificio di Saverio Muratori in via dei Mille. La residenza si configura come un blocco dalla forma ben riconoscibile, che affronta la vicinanza della cinta muraria e della contigua porta attraverso il “volume”, dominato dal pieno sul vuoto, il rivestimento in laterizio delle pareti, che permette di proseguire senza cesure la continuità materica delle preesistenze storiche e altre mirate scelte progettuali: come il mantenimento dell’altezza sul fronte strada degli edifici di piazza Malpighi e l’arretramento del volume all’ultimo piano che non compromette la visione d’insieme della piazza stessa. Il prospetto principale si caratterizza per la regolarità della partitura che regola le bucature, disequilibrata dall’aumento di dimensioni delle porte finestre sul lato verso la porta. Analogo lavoro sulla massa, sul rapporto pieno e vuoto e sulla continuità materica, si riscontra nello stesso periodo anche in altre opere dell’autore come ad esempio la chiesa di San Giovanni Bosco. La pianta rettangolare, che approssima il quadrato, permette un’organizzazione razionale degli spazi interni adattandoli alle necessità dei committenti, tanto dal punto di vista della rappresentanza, quanto del confort e della comodità della distribuzione e della superficie degli ambienti.  

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