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"Verso l’alto" (fontana), Cinciarini Gianni (1980)
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1980
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La scultura si inserisce nel filone concettuale, presenta sbrecciature nella materia, che rivela elementi astratto-geometrici. Nella descrizione dell’opera allegata ai documenti che testimoniano il concorso, Gianni Cinciarini scrive: “La scultura ha una forma allungata verticale, in cui brevi superfici sciolgono i propri rilievi nella percezione delle due tonalità chiaro e scuro, che alimenta i solchi della composizione fino a dare alla materia una struttura e un significato del tutto particolare. Le quattro facce della figura tentano di rappresentare, anche se apparentemente sembrano linee confuse e indistinte, un disegno di conoscenza, un disegno prestabilito. E questo ordine si deve realizzare attraverso i vari aspetti del mondo organico creato dall’uomo che è riuscito dall’indistinto e dal casuale, a creare ciò che è distinto e concreto. Nell’opera si sciolgono brevi superfici e forme all’ungate (? ) che nel loro rilievo accentuano percezioni coloristiche che rendono plasticamente i moti e le vibrazioni della scultura. I due toni di colore mettono in risalto le tensioni interne della realizzazione e quindi le intime contraddizioni umane che ho voluto rappresentare. Ho tentato un discorso realizzabile attraverso queste schematizzazioni; la forma o le varie forme delle facce l’alto svincolandosi dalla materia, la quale diviene sempre più evanescente ed impalpabile mentre la forma diviene stilizzazione e conquista uno spazio nuovo in un ritmo equilibrato di forme. Le forme si liberano verso l’alto, nel quale si placano tutte queste enormi tensioni e contraddizioni, nel quale si sciolgono tutti gli enigmi e le esasperazioni, nel quale le forme indistinte allungate e contorte rompono finalmente con la rigidità del materiale che le ha imprigionate”.
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Cinciarini Gianni (1943 -2013)
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cemento
n12:bibliographicCitation
bibliografia specifica: Collina C., Il percento per l'arte in Emilia-Romagna. La legge del 29 luglio 1949 n. 717: applicazioni ed evoluzioni del 2% sul territorio, Bologna, Compositori, 2009, 176
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La scultura si inserisce nel filone concettuale, presenta sbrecciature nella materia, che rivela elementi astratto-geometrici. Nella descrizione dell’opera allegata ai documenti che testimoniano il concorso, Gianni Cinciarini scrive: “La scultura ha una forma allungata verticale, in cui brevi superfici sciolgono i propri rilievi nella percezione delle due tonalità chiaro e scuro, che alimenta i solchi della composizione fino a dare alla materia una struttura e un significato del tutto particolare. Le quattro facce della figura tentano di rappresentare, anche se apparentemente sembrano linee confuse e indistinte, un disegno di conoscenza, un disegno prestabilito. E questo ordine si deve realizzare attraverso i vari aspetti del mondo organico creato dall’uomo che è riuscito dall’indistinto e dal casuale, a creare ciò che è distinto e concreto. Nell’opera si sciolgono brevi superfici e forme all’ungate (? ) che nel loro rilievo accentuano percezioni coloristiche che rendono plasticamente i moti e le vibrazioni della scultura. I due toni di colore mettono in risalto le tensioni interne della realizzazione e quindi le intime contraddizioni umane che ho voluto rappresentare. Ho tentato un discorso realizzabile attraverso queste schematizzazioni; la forma o le varie forme delle facce l’alto svincolandosi dalla materia, la quale diviene sempre più evanescente ed impalpabile mentre la forma diviene stilizzazione e conquista uno spazio nuovo in un ritmo equilibrato di forme. Le forme si liberano verso l’alto, nel quale si placano tutte queste enormi tensioni e contraddizioni, nel quale si sciolgono tutti gli enigmi e le esasperazioni, nel quale le forme indistinte allungate e contorte rompono finalmente con la rigidità del materiale che le ha imprigionate”.
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Verso l’alto
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