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Rocca di Vignola
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La prima menzione della rocca risale al 1178. Nel 1228 Vignola viene presa dai Bolognesi che però l’anno seguente la restituiscono al Comune di Modena. Viene incendiato nel 1247 da re Enzo, figlio dell’imperatore Federico II nel contesto degli scontri fra ghibellini modenesi e guelfi bolognesi. La fortezza è ricostruita da Gherardo Grassoni che vi s’insedia. Il maniero è poi ripreso dal Comune di Modena nel 1331 e nel 1336 entra in possesso di Obizzo III d’Este divenuto signore di Modena. Nel 1401 Niccolò III d’Este dona la rocca e il territorio vignolese a Uguccione Contrari nobile ferrarese. Negli anni successivi, fino al 1420 procedono lavori di adattamento del fortilizio a dimora signorile. Dalla metà del Quattrocento, ulteriori interventi rinnovano la cinta muraria e più tardi; nel 1555, si compie la copertura dei camminamenti. Nel 1577 il feudo vignolese passa ai Boncompagni che fra 1588 e 1620 mettono mano a lavori di restauro. Nel 1874 la rocca accoglie la Cassa di Risparmio di Vignola appena fondata. Nel 1901 le sale sono affittate al Comune di Vignola e nel 1910 alcuni locali accolgono la Pretura di Vignola. La Cassa di Risparmio di Vignola acquista la rocca nel 1965 e nel 1998 ne diventa proprietaria la Fondazione di Vignola. <br/> La rocca si affaccia sul corso del Panaro, chiudendo da sud l’antico centro urbano, nel punto di arrivo del percorso pedecollinare proveniente dal bolognese. A pianta quadrangolare, con torri quadrate agli spigoli est, sud e ovest, presenta un pronunciamento a nord est in forma di torrione tondeggiante, più basso del livello di colmo. Tutto il composito sviluppo delle cortine murarie è fasciato in alto da beccatelli e merlature sottostanti la linea dei coperti. Di origine altomedievale raggiunse l’attuale conformazione nella prima metà del Quattrocento. <br/> Si accede al castello da piazza Contrari percorrendo un loggiato cinquecentesco e si entra nel cortile, epicentro della rocca medievale, dominato dalla torre detta Nonantolana e dal passaggio aereo che la collega ai camminamenti. Dal lato settentrionale del cortile si accede alla rocchetta costruita fra il 1402 e il 1406, e da questa al corpo semicircolare sporgente edificato alla fine del Quattrocento. Dall’altro lato del cortile si apre l’ingresso alle sale del pianterreno, con affreschi quattrocenteschi. La Sala dei Leoni e dei Leopardi, con le figure dei felini in una miriade di campiture tondeggianti che affollano le pareti. La Sala degli Anelli, cosiddetta per la decorazione fatta dalla fitta ripetizione di tre anelli intrecciati. La Sala delle Colombe dove si disseminano sulle pareti 227 colombe iscritte in specie di corone. Al piano superiore si visita la Cappella dei Contrari coperta da uno straordinario ciclo di affreschi con storie di Cristo di probabile scuola ferrarese della prima metà del Quattrocento. Poi si vedono la Sala delle Dame con gli stemmi delle mogli dei Contrari; la Sala del Padiglione, per via della raffigurazione di un giardino con una tenda sotto cui si svolge un matrimonio; la Sala dei Cani con scena di bosco con figure di cani e lepri; e ancora la Sala degli Stemmi, la Sala dei Tronchi d’Albero, per via dei costoloni in cotto a forma di nodosi tronchi, che delimitano le vele del soffitto, e lo studiolo di Uguccione Contrari. Al di sopra si trovano gli alloggi degli armigeri, le prigioni, con graffiti alle pareti, e lo spettacolare percorso dei camminamenti di ronda.
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Vignola si raggiunge (km 12,8) dal casello Modena sud dell’autostrada A1. A Vignola, nel centro storico, a fronte dei fossati della rocca, sorge il palazzo Boncompagni, fatto edificare nel 1560 dai Contrari, che racchiude un’originale scala a chiocciola a pianta ovale. D’interesse anche la chiesa parrocchiale dei SS. Nazario e Celso, originaria del XV secolo ma rifatta nel Seicento. Nel borgo, in via Selmi 2, si può visitare la casa natale del celebre storico Ludovico Antonio Muratori (1672-1750). Verso sud s’incontra (km 1,2) la chiesa della Madonna della Pieve che conserva le absidi romaniche; poco oltre (km 1,3), a Campiglio, si vedono ampi resti del castello, in cui sta incastonata la chiesa ottocentesca di S. Michele.,Verso ovest, all’estremità della periferia (km 2, via Ori), si vede la chiesa di S. Maria Rotonda, della fine del Quattrocento, a pianta circolare, con corpo a tamburi sovrapposti. Nell’area collinare, sempre a ovest, si raggiunge Castelvetro (km 7), con un borgo d’impronta medievale, pur con ricostruzioni e rifacimenti in stile; e da qui (km 3) Levizzano Rangone, con avanzi di una rocca, con alto mastio trecentesco. A est, oltre il Panaro (km 3,3) si trova Savignano sul Panaro, borgo fortificato con testimonianze delle difese trecentesche. Nel centro civico, nella parte moderna del paese, c’è il Museo della Venere e dell’Elefante, con copia della celeberrima scultura detta la Venere di Savignano, prodotta nel neolitico (conservata al Museo Pigorini di Roma) e uno scheletro di Mammut rinvenuto nel geto del Panaro. Proseguendo verso est (km 4) si arriva a Bazzano (vedi scheda). A sud est si può raggiungere (km 7) Castello di Serravalle, piccolo borgo fortificato, con la porta medievale e avanzi della rocca. Verso nord, si arriva (km 6,6) a Spilamberto (vedi scheda).
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