Castello di San Pietro

http://dati.emilia-romagna.it/id/ibc/castello/205527 entità di tipo: CulturalInstitutionOrSite

Non vi sono documenti certi, ma quasi sicuramente il castello fondato nel 1491, come recita un’epigrafe collocata nella parete interna del mastio, sorse su una precedente fortificazione esistita fra XIII e XIV secolo. S. Pietro in Cerro nel XII secolo fu feudo dei Malaspina, nel 1395 passò ai Dolzani, famiglia di cambiavalute piacentini, e nel 1421 per via dotale pervenne ai Barattieri, altra antica famiglia piacentina, forse di origine veneziana. Bartolomeo Barattieri nel 1466 divenne signore di S. Pietro in Cerro e dopo la costruzione del Castello fu ambasciatore piacentino presso la corte del papa Giulio II. I Barattieri ottennero il titolo di conte dal duca Ranuccio II Farnese nel 1678. I Barattieri, che usarono il castello come residenza estiva, sono stati proprietari sino al 1993, quando lo cedettero a Franco Spaggiari.
Sorge all’estremità nord orientale dell’abitato, congiunto a via Roma da un viale di tigli. La costruzione a pianta quadrangolare presenta il corpo del mastio sporgente dal fronte meridionale, mentre due torrioni rotondi concludono i vertici a settentrione. Il compatto fabbricato fu eretto nel tardo Quattrocento dal giureconsulto piacentino Bartolomeo Barattieri.
Il maniero, tipico esempio di castello residenziale, presenta l’accesso dal mastio, che mostra le corsie del ponte levatoio, che anticamente scavalcava il fossato da tempo interrato. Curiosa la presenza nelle finestre del sottotetto di ante lignee basculanti, a protezione dell’osservazione sul perimetro murario. All’interno si apre un cortile quadrato, aperto su tre lati da un porticato con sovrastante loggiato, entrambi retti da colonne montanti capitelli in stile prerinascimentale. Gli ambienti interni, arredati, si presentano raffinati ed eleganti, con mobilio e decorazione prevalentemente settecentesca. Rimarchevoli i due saloni d’onore, dei quali uno, sotto le travature lignee, mostra un fregio dipinto con scene di caccia, abile pittura novecentesca di gusto neorinascimentale. Sono pure notevoli la Sala Orientale, la sala della biblioteca, e, a piano terreno, la grande cucina con utensili d’epoca. In uno dei torrioni si trova la prigione, che conserva ancora i ceppi legati alle pareti. All’ultimo piano del castello dal 2001 è ospitato un museo d’arte contemporanea denominato MIM - Museum in Motion, pensato dal critico d’arte Pierre Restany (1930-2003), che assomma più di 800 opere d’arte contemporanea, esposte a rotazione; pitture, sculture, fotografie, disegni e installazioni, con particolare attenzione agli artisti piacentini; dal 2004 organizza anche mostre d’arte contemporanea.
Castello di San Pietro 
Castello di San Pietro 
205527 
45.022567390327666 
9.949826002120971,17 
San Pietro in Cerro si raggiunge dal casello di Fiorenzuola dell’autostrada A1 (km 8,4) oppure dal casello di Caorso dell’autostrada A21 (km 8). L’abitato, oltre al castello, conserva la cinquecentesca chiesa di S. Pietro Apostolo. Verso ovest (km 6) si trova Caorso con un castello d’origine medievale trasformato nel Settecento in palazzo nobiliare, ora sede municipale. In direzione nord ovest si arriva (km 9,5) a Monticelli d’Ongina, con una rocca quattrocentesca che conserva un pregevole ciclo di affreschi; inoltre ospita il Museo etnografico del Po, dedicato al lavoro dei barcaioli, dei pescatori, dei contadini e degli artigiani locali. Volgendosi a sud si è in breve (km 4) a Cortemaggiore, il cui centro storico, a maglia quadrangolare e ben conservato, rappresenta un notevole esempio di urbanistica rinascimentale; vi emergono la chiesa collegiata, quattro – cinquecentesca, il coevo complesso della SS. Annunziata, i resti del palazzo Pallavicino e della rocca. Proseguendo (km 8,4) si raggiunge Fiorenzuola d’Arda, città d’origine romana, anch’essa ad impianto urbanistico ad isolati regolari, dove si nota in particolare la quattrocentesca collegiata di S. Fiorenzo, in stile gotico. 

risorse dalla linked data cloud

DATA

Licensed under Creative Commons Attribution 4.0 International (CC BY 4.0)