Castello Malaspina

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Una fortificazione a difesa del centro monastico fondato nel 613 dal monaco irlandese Colombano esisteva già nel XIII secolo e un castello è citato in un documento del 1219 e ancora nel 1285. Agli inizi del Trecento il signore di Bobbio Corradino Malaspina lo ristruttura e sappiamo che nel 1307 accoglie i principali ghibellini piacentini e poi funge da carcere per molti guelfi di quella città. Nel 1342 passa ai Visconti di Milano e poi nel 1413 finisce nelle mani degli Anguissola di Travo, ma presto ritorna ai Visconti i quali, nel 1436, investono come conte di Bobbio Luigi Dal Verme, condottiero al loro servizio. Nel 1499 il fortilizio è tolto ai Dal Verme da Gian Giacomo Trivulzio, condottiero al servizio dei francesi, e ricade nell’orbita di Milano soggetta a Francesco I. È assediato nel 1500 dai francesi che lo riprendono ai Dal Verme, che vi si sono asserragliati, dopo sanguinosi combattimenti. Il castello subisce danni assai pesanti. Ne è investito Lodovico conte di Lussemburgo, ma alla sua morte ritorna ai Dal Verme e dopo la metà del secolo viene trasformato in residenza signorile. I Dal Verme di Bobbio si estinguono nel 1759 e il castello passa ai Dal Verme piacentini; questi lo lasciarono disabitato provocandone la decadenza. Nel 1799 dopo la battaglia della Trebbia funge da rifugio alle truppe francesi sconfitte dagli austro russi. Nel 1814 i Dal Verme lo vendono alla nobile famiglia bobbiese dei Della Cella dai quali a fine secolo passa ai Piccinini, che dopo i danni bellici degli anni 1943-1945 provvedono a restauri. Nel 1856 il castello è ceduto dai Piccinini allo Stato.
Il castello presidia il vertice occidentale del centro storico di Bobbio ed eleva il possente mastio quadrato sopra la cortina muraria del Trecento. Forse di origine duecentesca fu riattato nei primi anni del XIV secolo dai Malaspina e ristrutturato da Pietro dal Verme intorno al 1440.
L’impianto del fortilizio è a pianta quadrangolare, agganciata alle mura urbane di Bobbio; i fossati sono scomparsi dopo il riempimento operato a metà dell’Ottocento e rimane solo la cinta muraria interna. I lati di nord ovest e di nord est mostrano gli incastri dei ponti levatoi; un torrione circolare chiude il vertice orientale. Il corpo principale è costituito dal mastio a pianta quadrata, notevolmente sviluppato in altezza, concluso da un ordine di finestre ad arco ribassato, a sostituzione delle antiche merlature. Il primo piano è notevolmente rialzato e vi si accede dalla porta del lato di sud est, apertura recente. L’atrio d‘ingresso ha il pavimento di legno a intarsio: si accede ad una sala con arredi seicenteschi ed un camino con le insegne dei Dal verme. Salendo le scale si nota un affresco cinquecentesco con Madonna e Bambino. Il piano superiore ha una sala con volta a botte e due camere da letto, con pavimenti in legno a intarsio e arredi antichi. Il terzo e il quarto piano erano adibiti ad alloggi militari; salendo sulla rampa conducente al quarto piano si notano resti di affreschi. Al culmine vi è il sottotetto pure destinato ad usi militari.
Castello Malaspina 
Castello Malaspina 
205518 
Bobbio si raggiunge con la statale n. 45, dal casello Piacenza Sud dell’autostrada A1 (km 45) o dal casello Genova Est dell’autostrada A12 (km 90). Monumento celeberrimo è l’Abbazia di S. Colombano originaria del VII secolo, rifatta nella seconda metà del XV e compiuta nel XVII. È di grande interesse il mosaico pavimentale della prima metà del XII secolo visibile nella cripta. Annesso vi è il Museo dell’Abbazia con reperti archeologici romani, frammenti architettonici di epoca longobarda, dipinti di scuola lombarda. Il Duomo, risalente all’XI secolo, ma rifatto fra XIII e XV secolo, mostra l’interno a decorazione neogotica di fine Ottocento. Notevole è il seicentesco santuario della Madonna dell’Aiuto, all’ingresso del centro dal versante piacentino. Merita particolare attenzione anche il cosiddetto Ponte Gobbo, struttura medievale che con undici arcate diseguali attraversa il fiume Trebbia. In direzione di Piacenza (km 6), presso la frazione di Càssolo, località Callegari, si può visitare il Museo Etnografico della Valtrebbia, che raccoglie attrezzi, utensili e arredi legati alla vita contadina. Verso ovest (km 12,5) si raggiunge il Passo del Penice (m 1149), valico che mette in comunicazione col territorio Pavese; da qui si può salire sul Monte Penice (m 1460) ove si trova un antico santuario mariano. Verso sud è assai meritevole il percorso che segue la Valle del Trebbia, in uno spettacolare paesaggio, lungo il fiume che scorre tortuoso e incassato fra boscose pareti montane.  

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