Castello di Spezzano

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Il castello è nominato per la prima volta nel 1228, in una fonte archivistica modenese. A partire dalla seconda metà del Duecento e nel corso del Trecento fu perfezionato il sistema difensivo con l’apertura del fossato e il completamento della cinta muraria merlata. Mantenne la sua funzione militare sino al XV secolo, resistendo ad impegnativi attacchi ed assedi, come quello condotto dalle milizie estensi nel 1355. Nel 1395 fu concesso in feudo da Alberto d’Este a Marco Pio signore di Carpi. Perduta ogni importanza strategica, nel 1529 Enea Pio da Carpi dette inizio alla trasformazione in residenza; lavori che ripresero nel 1587 quando Marco Pio divenne signore di Sassuolo e nel volgere di pochi anni tutte le strutture di fortificazione furono assorbite nel palazzo. Nel 1629 l’edificio fu acquisito dalla famiglia Coccapani e diventò anche centro della comunità di Spezzano; fu sede del tribunale locale e anche di un importante mercato di filugelli. La comunità di Spezzano venne soppressa nel 1809 e il castello rimase unicamente residenza dei Coccapani. Nel 1983 fu acquistato dal Comune di Fiorano Modenese e in seguito sottoposto a importanti interventi di restauro.
Il castello di Spezzano si erge sulla prima pendice collinare, poco più di un chilometro sopra la pedemontana modenese, la strada statale 467. Preceduto da un folto giardino all’inglese, pochi elementi tradiscono la sua origine castrense: il fossato, elementi del ponte levatoio e una torre angolare. L’aspetto prevalente è quello di una dimora signorile, di compatta forma quadrangolare, con corte porticata rinascimentale. All’interno due importanti cicli pittorici cinquecenteschi rafforzano la dimensione di residenza nobiliare.
Si entra nel castello da un portale munito di ponte levatoio, manufatto però frutto di un intervento settecentesco. Dalla corte, oltrepassato il loggiato a cinque arcate, dal lato di ponente, che fu il primo a essere trasformato in senso residenziale, si accede alla Sala delle Vedute, ove un ciclo di affreschi, opera di Cesare Baglione e risalente agli anni 1595-1596, inscena le varie località – in cinquantasei vedute – appartenenti allo stato dei Pio, che era diviso fra le podesterie di Sassuolo, Spezzano, Formigine, Brandola, Soliera, più i possedimenti nel ferrarese e nella Sabina (Lazio). Il restauro condotto nel 1990 ha rimosso interventi manomissori effettuati intorno alla metà dell’Ottocento e ridato unità estetica e formale al pregevole complesso. Le pitture, volute da Marco Pio come ritratto dei luoghi del proprio dominio, sono disposte sulle pareti su quattro ordini e inquadrate da cartigli, presentano un rilevante interesse documentario, oltre che artistico, costituendo, di fatto, il primo esempio di rappresentazione veristica delle località raffigurate. Al piano nobile si trova la Galleria delle Battaglie, un ambiente decorato da pitture murali emerse dal restauro del 1984 e raffiguranti episodi delle imprese militari di Alfonso I d’Este, fra il 1509 e il 1512. Enea Pio, protetto dal duca ferrarese, fece realizzare i dipinti fra il 1510 e il 1532, soprattutto per ricordare la partecipazione dei Pio a tali fatti d’arme. Le pitture costituiscono un’importante testimonianza degli eventi narrati (in particolare le battaglie di Bastia e Ravenna) e soprattutto per l’innovativo uso dell’artiglieria. L’edificio ospita il Museo della ceramica, aperto dal 1998, che documenta le tecniche di produzione della ceramica nel corso del tempo, dal neolitico all’età contemporanea. Ogni sala tratta un’epoca mediante reperti originali, modelli di archeologia sperimentale, ricostruzioni di fornaci e strumentazione di lavorazione. Nella Sezione Attuale si raccontano, attraverso il prodotto piastrella, lo sviluppo tecnologico e l'evoluzione del design e del made in Italy nel distretto della ceramica. Nel sotterraneo restaurato del castello la sezione MANODOPERA, la terra, il lavoro, la Manodopera e il mondo; un allestimento multimediale consente un percorso esperienziale che da voce ai lavoratori delle fabbriche mediante la kinect e schermi touch, un viaggio nel tempo fra i macchinari del processo produttivo. Un museo da toccare, da cui spedire testi e immagini via e-mail per portarsi a casa i contenuti del museo. In occasione delle opere di restauro, è stata messa in luce un'area archeologica all'aperto, sono visibili le strutture murarie di una cisterna per l'acqua probabilmente associata all'antica torre crollata in seguito al terremoto del 1503.
Castello di Spezzano 
Castello di Spezzano 
204713 
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Spezzano si trova al bordo meridionale di un territorio fittamente insediato e quasi completamente artificializzato dagli stabilimenti del distretto industriale della ceramica. È raggiungibile dall’autostrada A1, dai caselli di Modena Sud (km 16,4) e Modena Nord (km 19,5). A Spezzano nella chiesa parrocchiale c’è il monumento funebre del celebre patriota modenese Ciro Menotti. Verso est si raggiunge in breve (km 1,7) il Museo Ferrari di Maranello, nei pressi della storica fabbrica automobilistica, con l’esposizione di modelli esemplificativi, immagini, filmati, cimeli. Seguendo la strada pedemontana, ad ovest, si raggiunge ( km 2) Fiorano, ove sul colle sovrastante il paese si erge il santuario della Beata Vergine del Castello, elegante architettura di metà Seicento opera di Bartolomeo Avanzini. Poco oltre (km 5) c’è Sassuolo, dove si trova il pregevolissimo Palazzo Ducale, anch’esso progettato da Bartolomeo Avanzini nel 1634, integrando il preesistente castello dei Pio. Reca all’interno una ricca decorazione scultoria, di stucchi e di pitture murali (fra queste opere di Jean Boulanger, Angelo Michele Colonna, Agostino Mitelli). Verso Modena (km 7,3) si trova Formigine, con il suo castello (vedi scheda). Verso sud (km 3,5) si può raggiungere la riserva naturale regionale delle Salse di Nirano, area protetta di circa 200 ettari e costituita nel 1982. Vi si trovano alcuni vulcanetti dai quali fuoriescono fanghi misti a idrocarburi gassosi producendo il curioso fenomeno di eruzioni in miniatura. 

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