"Annunciazione" (dipinto), Biagio d'Antonio Tucci

http://dati.emilia-romagna.it/id/ibc/IT-ER-RA051/HistoricOrArtisticProperty/142808 entità di tipo: MovableCulturalProperty

Il capolavoro dell’artista fiorentino, realizzato nel 1475 circa è proveniente dalla Parrocchia di Fossolo, attualmente dedicata a San Pietro ma in origine era un oratorio situato nelle proprietà terriere dei Manfredi e consacrato alla Beata Vergine Annunziata. Probabile coronamento di un polittico, la lunetta è datata da Roberta Bartoli, autrice della più recente e complessiva monografia su Biagio D’ Antonio, al 1475 circa, quando Biagio realizzò a Faenza la Pala Ragnoli, ora custodita a Tulsa (Oklaoma). L'annunciazione, in cui l'arcangelo Gabriele preannuncia alla Vergine Maria che sarebbe diventata la madre di Cristo, era un tema sentito nella pittura fiorentina e Biagio D’Antonio riprende la tradizione già dall’uso della luce diffusa che uniforma i volumi e che richiama le prime elaborazioni del Beato Angelico. La composizione è per molti versi assai simile alla tavola che Leonardo da Vinci realizzò, probabilmente, tra il 1472 e il 1475 e si ricollega alla comune giovanile attività dei due artisti nella bottega del Verrocchio. Le due figure di angeli, posti sulla sinistra, incuranti dell’evento sacro mostrano l’influenza dell’arte del Verrocchio, mentre è di derivazione Leonardesca la postura della Vergine e l’idea della porta aperta da cui s’intravede l’interno di una stanza. La lunetta fu acquistata nel 1887 insieme alle due tavole perdute durante la Seconda Guerra Mondiale, raffiguranti i santi Sebastiano e Giovanni Battista.
"Annunciazione" (dipinto), Biagio d'Antonio Tucci 
secc. XV/ XVI 
Biagio d'Antonio Tucci (1440-ca. -1516) 
Annunciazione. 
Il capolavoro dell’artista fiorentino, realizzato nel 1475 circa è proveniente dalla Parrocchia di Fossolo, attualmente dedicata a San Pietro ma in origine era un oratorio situato nelle proprietà terriere dei Manfredi e consacrato alla Beata Vergine Annunziata. Probabile coronamento di un polittico, la lunetta è datata da Roberta Bartoli, autrice della più recente e complessiva monografia su Biagio D’ Antonio, al 1475 circa, quando Biagio realizzò a Faenza la Pala Ragnoli, ora custodita a Tulsa (Oklaoma). L'annunciazione, in cui l'arcangelo Gabriele preannuncia alla Vergine Maria che sarebbe diventata la madre di Cristo, era un tema sentito nella pittura fiorentina e Biagio D’Antonio riprende la tradizione già dall’uso della luce diffusa che uniforma i volumi e che richiama le prime elaborazioni del Beato Angelico. La composizione è per molti versi assai simile alla tavola che Leonardo da Vinci realizzò, probabilmente, tra il 1472 e il 1475 e si ricollega alla comune giovanile attività dei due artisti nella bottega del Verrocchio. Le due figure di angeli, posti sulla sinistra, incuranti dell’evento sacro mostrano l’influenza dell’arte del Verrocchio, mentre è di derivazione Leonardesca la postura della Vergine e l’idea della porta aperta da cui s’intravede l’interno di una stanza. La lunetta fu acquistata nel 1887 insieme alle due tavole perdute durante la Seconda Guerra Mondiale, raffiguranti i santi Sebastiano e Giovanni Battista.  
Annunciazione 

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