Acciaierie Ferriere (Modena)

http://dati.emilia-romagna.it/id/ibc/ArchitecturalOrLandscapeHeritage/181369 entità di tipo: ArchitecturalOrLandscapeHeritage

Le Acciaierie Ferriere furono fondate nel 1924 da Adolfo Orsi, imprenditore locale divenuto proprietario, nel corso di alcuni decenni, anche delle Fonderie Riunite e delle Officine Maserati. L'attività iniziale delle Acciaierie era quella della lavorazione dei rottami di ferro e della produzione di laminati e profilati. A questa si affiancò, dal 1931, anno in cui fu installato un forno elettrico ‘Martin Siemens’, quella della produzione da lingotto. L'azienda era una delle poche fabbriche della regione a svolgere l’attività siderurgica e, per questo motivo, riuscì a superare i momenti di crisi che invece colpirono il settore delle fonderie di seconda fusione. Durante il secondo conflitto mondiale la fabbrica ebbe momenti di difficoltà, dovuti ai vincoli e ai problemi dell'economia bellica; subì inoltre danni rilevanti a causa dei bombardamenti aerei del 1944. Nel dopoguerra le Acciaierie, nonostante le dure condizioni di lavoro, non conobbero le tensioni sociali che caratterizzarono le altre aziende del gruppo Orsi, anche perché la domanda di acciaio non subiva flessioni, spingendo la direzione a rinnovare la fabbrica, con nuovi impianti di laminazione e forni elettrici più moderni. Anche sul piano sindacale i rapporti erano meno tesi di quelli delle altre aziende del gruppo. Fino alla metà degli anni sessanta, le Acciaierie continuarono nella loro attività, conoscendo un ulteriore aumento della produzione. Nel 1964, causa una crisi di liquidità, il gruppo Orsi lasciò la proprietà delle Acciaierie. L’azienda fu rilevata dall'Istituto Mobiliare Italiano che la gestì fino al 1969, risanandola economicamente. Nel 1970 le Acciaierie passarono all'Ente Autonomo di Gestione per le Aziende Minerarie Metallurgiche, che diede nuovo impulso alla produzione. Dopo lo scioglimento dell’ente furono privatizzate, passando nel 1979 al gruppo Spallanzani di Reggio Emilia, che operò notevoli investimenti tecnici. Tuttavia, nel 1984, le Acciaierie cessarono definitivamente le attività, perché la proprietà utilizzò gli incentivi previsti per la dismissione della produzione siderurgica, chiudendo gli impianti. Nel 1999, dopo un periodo di abbandono, il complesso produttivo è stato inserito in un programma di riqualificazione urbana, recentemente completato. Demolita nel 2001, la fabbrica è stata sostituita da un insediamento residenziale, commerciale e terziario.
Acciaierie Ferriere (Modena) 
1924 - 1984 
Acciaierie Ferriere 
Ruggeri Rossella, Le aree industriali storiche a vocazione meccanica a Modena: tra dismissione e riconversione, in Tozzi Fontana Massimo, Chirigu Enrico, a cura di, Il patrimonio industriale in Emilia-Romagna, atti della giornata di studi di Bologna, 2 dicembre 2009, Narni, Crace, 2011, pp. 169-180 
Schifani Corfini Elisa, Urbanistica e sviluppo industriale nella fascia settentrionale della città di Modena. Dai primi insediamenti dell’inizio del secolo ai giorni nostri, Università degli Studi di Bologna, Dams, 1991/92 
Le Acciaierie Ferriere furono fondate nel 1924 da Adolfo Orsi, imprenditore locale divenuto proprietario, nel corso di alcuni decenni, anche delle Fonderie Riunite e delle Officine Maserati. L'attività iniziale delle Acciaierie era quella della lavorazione dei rottami di ferro e della produzione di laminati e profilati. A questa si affiancò, dal 1931, anno in cui fu installato un forno elettrico ‘Martin Siemens’, quella della produzione da lingotto. L'azienda era una delle poche fabbriche della regione a svolgere l’attività siderurgica e, per questo motivo, riuscì a superare i momenti di crisi che invece colpirono il settore delle fonderie di seconda fusione. Durante il secondo conflitto mondiale la fabbrica ebbe momenti di difficoltà, dovuti ai vincoli e ai problemi dell'economia bellica; subì inoltre danni rilevanti a causa dei bombardamenti aerei del 1944. Nel dopoguerra le Acciaierie, nonostante le dure condizioni di lavoro, non conobbero le tensioni sociali che caratterizzarono le altre aziende del gruppo Orsi, anche perché la domanda di acciaio non subiva flessioni, spingendo la direzione a rinnovare la fabbrica, con nuovi impianti di laminazione e forni elettrici più moderni. Anche sul piano sindacale i rapporti erano meno tesi di quelli delle altre aziende del gruppo. Fino alla metà degli anni sessanta, le Acciaierie continuarono nella loro attività, conoscendo un ulteriore aumento della produzione. Nel 1964, causa una crisi di liquidità, il gruppo Orsi lasciò la proprietà delle Acciaierie. L’azienda fu rilevata dall'Istituto Mobiliare Italiano che la gestì fino al 1969, risanandola economicamente. Nel 1970 le Acciaierie passarono all'Ente Autonomo di Gestione per le Aziende Minerarie Metallurgiche, che diede nuovo impulso alla produzione. Dopo lo scioglimento dell’ente furono privatizzate, passando nel 1979 al gruppo Spallanzani di Reggio Emilia, che operò notevoli investimenti tecnici. Tuttavia, nel 1984, le Acciaierie cessarono definitivamente le attività, perché la proprietà utilizzò gli incentivi previsti per la dismissione della produzione siderurgica, chiudendo gli impianti. Nel 1999, dopo un periodo di abbandono, il complesso produttivo è stato inserito in un programma di riqualificazione urbana, recentemente completato. Demolita nel 2001, la fabbrica è stata sostituita da un insediamento residenziale, commerciale e terziario. 

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