sarcofago con ai lati genio funebre e donna piangente e alla sommità urna cineraria (dipinto murale), Basoli Francesco (1818)

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Dipinto murale realizzato dal figurista Francesco Basoli, con ornati di Domenico Ferri. Il pessimo stato di conservazione del monumento rende il dipinto di difficile lettura. Per descrivere il soggetto con minore approssimazione ci siamo riferiti a due foto in bianco e nero conservate in Certosa, e precisamente una del 1975 e l'altra del 1982. Tali testimonianze dimostrano come il processo di degradazione sia repentino e come sia assolutamente urgente intervenire con un'operazione di restauro.
sarcofago con ai lati genio funebre e donna piangente e alla sommità urna cineraria (dipinto murale), Basoli Francesco (1818) 
sarcofago con ai lati genio funebre e donna piangente e alla sommità urna cineraria 
1818 
dipinto murale 
Ferri Domenico (1795 -1874) 
Basoli Francesco (notizie-fine-sec.-XVIII -inizio-sec.-XIX) 
intonaco/ pittura a tempera 
bibliografia specifica: Le meraviglie di Bologna La Certosa di Bologna, Bologna, Santarini, 1993, V. VI, p. 93 
Dipinto murale in pessimo stato di conservazione e con molte parti mancanti che rappresenta un alto basamento di colore giallo-arancio recante al centro un finto rilievo a monocromo in cui si intravede una donna semidistesa con tre bambini attorno (la Carità). Ai lati sono raffigurate due anfore stilizzate. Sopra il basamento è dipinto il sarcofago nella cui facciata anteriore è inserita la lapide principale. Ai lati del sarcofago sono rappresentati un genio funebre (a sinistra) ed una donna che si china in avanti abbracciando il coperchio in atteggiamento di disperazione (a destra). Sulla sommità del coperchio è dipinta un'urna cineraria con decorazioni a rilievo. 
Dipinto murale realizzato dal figurista Francesco Basoli, con ornati di Domenico Ferri. Il pessimo stato di conservazione del monumento rende il dipinto di difficile lettura. Per descrivere il soggetto con minore approssimazione ci siamo riferiti a due foto in bianco e nero conservate in Certosa, e precisamente una del 1975 e l'altra del 1982. Tali testimonianze dimostrano come il processo di degradazione sia repentino e come sia assolutamente urgente intervenire con un'operazione di restauro. 

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